Mi trovo con Fulvio alle 10:00 a Torino vicino allo stadio, prima di arrivare a Forno Alpi Graie ci fermiamo a pendere qualche provvista.
Da Forno parcheggiamo e iniziamo a salire verso il rifugio Davisio alle 12:30 dopo un panino, la salita è tranquilla, un bel sole, anche se è fresco si passa su sentieri nel sottobosco, si attraversa un fiume prima della salita finale verso il rifugio che si trova a 2280 metri.
Da Forno parcheggiamo e iniziamo a salire verso il rifugio Davisio alle 12:30 dopo un panino, la salita è tranquilla, un bel sole, anche se è fresco si passa su sentieri nel sottobosco, si attraversa un fiume prima della salita finale verso il rifugio che si trova a 2280 metri.
In 4 ore circa raggiungiamo il rifugio, appena arrivati il gestore ci prepara subito un te caldo con qualche biscotto, intanto la sera scende e la luce si affievolisce dietro le alpi oltre i 3000 metri.
Molto bello e suggestivo, verso le 19:00 arriva un'altra ospite del rifugio, una signora sui 50 anni, e verso le 20:00 due ragazzi di Verona.
Il rifugio è accogliente, ci sono parecchi posti letto, noi siamo nella parte da poco rinnovata, subito Fulvio si piazza del letto a castello superiore, io in quello più basso.
Il rifugio è accogliente, ci sono parecchi posti letto, noi siamo nella parte da poco rinnovata, subito Fulvio si piazza del letto a castello superiore, io in quello più basso.
Verso le 20:00 si cena, i gestori del rifugio ci preparano una minestra cucinata con verdure fresche appena raccolte dell'orto dietro al rifugio, un buon piatto di carne con patate e qualche biscotto. Per concludere una buona tisana riposante.
Intanto le storie prendono piede, la signora e i due ragazzi parlano di esperienze alpinistiche in giro per il nord Italia.
Verso le 22 a dormire, il giorno veniamo svegliati verso le 5:30.
Intanto le storie prendono piede, la signora e i due ragazzi parlano di esperienze alpinistiche in giro per il nord Italia.
Verso le 22 a dormire, il giorno veniamo svegliati verso le 5:30.
Al mattino una buona colazione e via si parte, accendiamo le luci chimiche per tentare di cercare il sentiero, iniziamo la salita verso il Col di Fea.
Arrivati al colle vediamo l'inizio delle alpi, la vegetazione è molto rada e davanti a noi si aprono le alte alpi rocciose.
Arrivati al colle vediamo l'inizio delle alpi, la vegetazione è molto rada e davanti a noi si aprono le alte alpi rocciose.
Si continua verso le alpi lateralmente, iniziamo a vedere i primi ghiacciai, un gruppo di stambecchi pascola sulle rocce, riusciamo a fare diverse foto, il tempo è bello, qualche nuvola si vede all'orizzonte ed alcune sono basse.
Arriviamo ad un piccolo ghiacciaio e lo attraversiamo senza ramponi, (non seguivamo la via alpinistica ma la via normale).
Nella piccola lingua di ghiaccio si vedono crepacci e gelo, sotto questi crepacci passano piccoli fiumi, non vorrei immaginare cosa potrebbe succedere se uno ci cadesse dentro.
Nella piccola lingua di ghiaccio si vedono crepacci e gelo, sotto questi crepacci passano piccoli fiumi, non vorrei immaginare cosa potrebbe succedere se uno ci cadesse dentro.
Continuiamo l'ascesa, arriviamo fino alla placca commemorativa di S.Murialdo, si continua la salita, il sentiero non è segnalato ogni tanto si vede qualche ometto di pietra.
La salita a volte è dura, bisogna scalare alcuni parti e arrampicarsi, la salita si rallenta. Decidiamo di passare esternamente ai ghiacciai per continuare a seguire la via normale.
Verso le 12 troviamo i ragazzi di Verona che scendono dalla punta della Levanna, erano partiti circa un'ora prima di noi. Si lamentano che la discesa è dura perchè il terreno è tutto franoso e polveroso.
Arriviamo in cima alla Levanna 3555 verso le 13:00 dopo l'ultima salita molto ripida.
Verso le 12 troviamo i ragazzi di Verona che scendono dalla punta della Levanna, erano partiti circa un'ora prima di noi. Si lamentano che la discesa è dura perchè il terreno è tutto franoso e polveroso.
Arriviamo in cima alla Levanna 3555 verso le 13:00 dopo l'ultima salita molto ripida.
In cima ci aspetta un panorama spettacolare, la Valle d'Aosta, la Francia e le valli di Lanzo, si vedono dall'alto i ghiacciai che scendono. Impressionante vedere come si siano ritirati durante gli anni. Piccoli laghi di un blu accentuato delimitano il panorama, il bianco del ghiaccio e lo scorrere dei fiumi alimentati dallo scioglimento dei ghiacciai.
Rimaniamo in punta per 30 minuti circa e poi iniziamo la discesa.... ma quella è un'altra storia che devo ancora finire di scrivere.....
Commenti
E` una facile cima, ma assai lunga e faticosa, su terreno privo di sentiero e capace di crear problemi in caso di nebbia al col fea.
Se ti piacciono queste classiche ti consiglio di fare anche un salto in Val di Sea. Anche lì il ritorno è sempre eterno!
Bel Blog e belle ascensioni, complimenti!
ciao!